La Regola del Grande Carro

La Regola del Grande Carro: l’istinto del cannibale tuona come un lampo nelle tenebre, di soppiatto, come un ghiro in sella alla moto del vampiro. Nero, luminoso solo negli occhi, quanto basta per scoprirne l’essenza, quanto basta per scorgerne la parvenza. Blu come il cielo in una stanza.

Seduto nella tazza, esprime ogni dubbio, ogni canale gli appartiene, è suo, sembra un bambino. Quello della via Lattea, dalla fonte di energia inesauribile. Quello della via Appia, porto sicuro dal calore inestimabile. Come il dolore di una perdita, come il trauma di una nascita.

La montagna di pensieri di un sentimento nuovo. Il fiume di desideri di un panorama autentico. Sono l’orgoglio di esserne fuori, sono la stima di un futuro diverso. Senza fronzoli, senza debiti, senza difendersi dall’infinito. Dall’infinito che non lascia scampo.

L’alba di un nuovo giorno è il tramonto di un nuovo sogno, distante anni luce dal puntino in fondo al mare: è il Piccolo Carro. La notte di Capodanno sembrava sparire fra le stelle. Oggi, lontano, è verde come gli occhi del Cocchiere, cannibale, ghiro, in sella alla moto del vampiro.