Poesia è immaginarsi altrove senza l’àncora del dipinto di casa perché il fiume di colori imperversa nella mente e nell’anima. Oltre la montagna di posti a sedere.
Apri la porta e vedi la luce. Chiudi il portone e senti la voce. Come se i giorni volassero e si ripetessero, come se gli anni giungessero a compimento nel sentiero di ricordi che non vanno via neanche se muore la pandemia. Se muore.
Bambini che giocano, ragazzini che scrutano la bontà della cultura e la sensibilità della struttura fra i castelli della Loira. Il viaggio preistorico della scuola, unico vaccino possibile nell’incredulità del sistema a colori, oggi come una volta strumenti di gioco anche per chi bambino non lo è più dal Paleolitico.
Eppure..
Ci si palesano tanti di quei cartelli stradali, tante di quelle insegne che sembrano solo obblighi. Come se si potesse solo tornare indietro e mai guardare avanti. In un vortice a spirale senza stelo. Ma la Margherita non lo perde. La margherita è il fiore che non muore mai. La speranza che torni la Preistoria fra le poltrone dell’unica kermesse musicale. Perché Sanremo è Sanremo.